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Quando parliamo di tecnologia siamo tutti piuttosto consapevoli del ruolo chiave che essa ha avuto dalla rivoluzione industriale in avanti nel migliorare la qualità della vita in termini di risparmio di tempo e fatica nel lavoro, velocità di informazione, contatto continuo, annullamento delle distanze, riduzione dei prezzi, salute e sicurezza.
Il valore della tecnologia si inserisce, però, anche sul processo di apprendimento continuo e di training.
Lifelong learning: cosa ci dicono le neuroscienze
Con l’espressione “lifelong learning” si guarda all’intero cammino di vita come ad una continua acquisizione di conoscenze, competenze e abilità nuove. Essa implica un apprendimento permanente, un processo individuale che ci permette di aggiornare e adeguare la nostra formazione ai nuovi bisogni personali, sociali e professionali.
Il concetto di lifelong learning si contraddistingue per essere un processo intenzionale che ha come motore principale l’individuo stesso, che sceglie e decide cosa e quando apprendere, da non confondere con il normale e inevitabile accumularsi, nel corso degli anni, delle esperienze che accrescono il bagaglio personale di capacità e abilità di ognuno di noi.
Dalla definizione emerge subito una buona notizia, quella che viene definita “neuroplasticità” del cervello: noi apprendiamo sempre, senza limiti di età, perché il nostro cervello è in grado di modificare la propria struttura nel corso del tempo, in risposta all’esperienza.
Se possiamo apprendere sempre e comunque, quali altri insegnamenti ci arrivano dalle neuroscienze? Quali ingredienti ci servono?
Un livello di stress moderato. Livelli moderati di cortisolo, l’ormone dello stress, sono associati a massime prestazioni in compiti di qualsiasi tipo. Ciò comporta che lo stress moderato sia un alleato dell’apprendimento, mentre lo stress estremo il suo nemico.
Condizioni generali. Sonno, alimentazione ed esercizio fisico adeguati incoraggiano un apprendimento solido.
Controllo volitivo. Quando l’individuo è completamente immerso nell’attività, coinvolto e focalizzato sull’obiettivo, aumenta la possibilità di sviluppare strategie e abilità personali che altrimenti resterebbero inespresse.
Il concetto di tecnologia positiva
In che modo la tecnologia può supportare l’apprendimento delle persone e, quindi, essere utile al loro benessere e alla loro crescita personale?
Ecco che arriviamo dunque a parlare di tecnologia positiva.
Si tratta di un approccio scientifico che utilizza la tecnologia per modificare le caratteristiche dell’esperienza personale – strutturandola, aumentandola o sostituendola con ambienti sintetici – al fine di migliorare la sua qualità e aumentare il benessere in individui, organizzazioni e società.
L’adulto impara se ha dentro di sé una motivazione che lo spinge ad imparare, come abbiamo visto, ma anche se riesce a trovare un contesto o un ambiente stimolante e di supporto al suo apprendimento: persone, strumenti, metodi che facilitano le sue strade verso la conoscenza, la pratica o l’esperienza.
La tecnologia può rispondere a questo bisogno attraverso varie applicazioni.
E-learning & gamification
La tecnologia ha reso l’interazione uomo-computer sempre più verosimile; questo facilita, coinvolge e attira l’essere umano. In quest’ottica oggi si muove la formazione.
Infatti, un prodotto sviluppato in PRAXI per efficientare l’apprendimento degli adulti relativamente a specifiche competenze manageriali è il sistema di gestione dell’apprendimento (LMS) PRAXI4Learning, una piattaforma per gestire, distribuire e monitorare corsi e materiali di apprendimento online.
Dopo una sessione preliminare di onboarding, in cui si prende consapevolezza del proprio stile di apprendimento – e di un video di presentazione degli obiettivi e della struttura del percorso formativo, i partecipanti svolgono un test d’ingresso che mette alla prova determinate competenze bersaglio.
A partire dai risultati ottenuti, la piattaforma guida i partecipanti ad acquisire le basi teoriche delle competenze da allenare attraverso una modalità gamificata, a complessità crescente, specifica rispetto al ruolo ricoperto, in base ad un approccio che unisce gioco, divertimento ed esperienza. Il percorso si conclude con un test finale, per prendere consapevolezza di quanto appreso.
Un punto di forza del sistema è senz’altro l’autonomia, in quanto si può decidere quando apprendere ed in quale luogo, aspetto molto importante per un adulto che, in tal modo, si sente libero di poter scegliere ed essere responsabile di se stesso.
Realtà virtuale
Anche la realtà virtuale è considerata un esempio di tecnologia con molteplici applicazioni positive.
Permette agli utenti di immergersi in un ambiente tridimensionale simulato al computer, spesso attraverso l’uso di dispositivi di immersione come visori, offrendo esperienze sensoriali coinvolgenti e realistiche.
L’embodiment avviene non soltanto attraverso gli occhi con le immagini, ma anche attraverso l’udito e, in particolar modo, la propriocezione, ovvero la capacità percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista.
I visori ripropongono nell’immagine i nostri stessi movimenti, aiutandoci a riconoscerci nella situazione e “ingannando” così il nostro cervello, che crederà di trovarsi proprio nel contesto che vediamo. Se dunque da una parte siamo assolutamente consapevoli di indossare il visore, dall’altra parte il cervello cade nella trappola della forza dello strumento.
Fruire di una palestra virtuale in cui vivere situazioni sfidanti, e talvolta di stress, può favorire significativamente lo sviluppo delle soft skill delle persone nei contesti organizzativi. Il vantaggio è quello di allenare gli individui a navigare con maggiore resilienza e consapevolezza le complessità che sono chiamati ad affrontare nella quotidianità lavorativa.
Un contributo significativo in ottica di inclusione
Permettendo l’accesso all’apprendimento continuo a persone di tutte le età e background, infine, le tecnologie digitali e l’accesso a Internet possono contribuire in modo significativo a garantire un longlife learning inclusivo.
In particolare, consentono di:
- accedere a una vasta gamma di risorse indipendentemente dalla posizione geografica, anche in una logica di collaborazione a distanza
- personalizzare i percorsi di apprendimento in base alle esigenze individuali, venendo quindi incontro anche a persone con disabilità attraverso strumenti di traduzione, sottotitoli, sintesi vocale e altre tecnologie assistite
- facilitare la condivisione di conoscenze e competenze intergenerazionali, promuovendo la collaborazione e l’apprendimento reciproco.
Una corretta progettazione e implementazione sono naturalmente alla base dell’efficacia di questo tipo di sfida, che si somma ad altre complessità da presidiare con attenzione e competenza come l’accessibilità, la privacy e l’equità nell’accesso alle risorse digitali.